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lunedì, novembre 20, 2006

MUSE live@SECC, Glasgow [07.11.2006]

Siccome tra un paio di giorni andrò a vedere un altro concerto ho pensato che fosse il tempo di darsi una mossa e postare del concerto dei musi di una decina di giorni fa. Probabilmente le mie opinioni saranno shockanti perché fino a poco fa questo blog si ritrovava a parlare dei muse abbastanza spesso, per non dire molto spesso... ma anche la grandi storie d'amore finiscono... tutto prima poi finisce... solo i diamanti sono per sempre! :D [come d'uopo la minchiata non poteva mancare]
E dopo la minchiata possiamo cominciare con il seriosissimo live report dell'evento. Prima però vorrei sentitamente ringraziare le 2 figherrime scozzesi che mi hanno accompagnato per tutta la durata dell'evento, non che offerto reiteratamente da bere, perché non si può essere in Scozia e non provare la Irrn-Bru e non bere litrate di birra al secondo e non f... firulì firulà trallallero trallallà...

MUSE


Prima tappa vera e propria in terra britannica per il tour di Black Holes & Revelations del trio di Teignmouth dopo le presenze estive ad i festival più noti.
Tre sono le band di supporto che li accompagneranno da qui a dicembre: Poet In Process, Noisettes e Razorlight. Questa data cade nella seconda parte del tour e vede dunque la presenza sul palco dei Noisettes, gruppo abbastanza inutile onestamente: il livello compositivo non è certo eccelso ed ancora non è ben chiara la volontà d'identità della cantante: Karen O, Siouxsie, Skin? Volontà che certo non si tramuta in dato di fatto, visto che la qualità è decisamente lontana da ognuna delle 3 sovracitate cantanti.
Ma veniamo ai Muse.

Il loro palco è allestito in maniera ancor più pomposa e pretenziosa rispetto al tour precedente, oltre alle immagini proiettate sul mega schermo alle loro spalle ci sono anche degli "effetti speciali". Inizialmente è solo Matt ad entrare in scena sulle note di "Take A Bow": la sua voce sulla sola base di sinth e chitarra. Nel momento in cui poi anche basso e batteria attaccano, Chris incede sul palco dal lato destro, mentre un doppio cono su cui sono proiettate una miriade di luci si apre, e da lì spunta Dom alla sua nuova batteria interamente trasperente.
Proseguono subito con "Hysteria", sulla quale la folla si scalda, per poi passare a "Map Of The Problematique", che è senz'altro uno dei pezzi più interessanti del loro ultimo lavoro, ed anche nella versione live non perde certo di efficacia. Alternano tracce del nuovo album a brani tratti da Absolution inizialmente, infatti è poi la volta di Butterflies And Hurricanes, dopodiché proseguono con Assassin, una versione allungata, il cui assolo fortunatamente assomiglia di più alla versione live del tour scorso piuttosto che alla versione dell'album in cui era stato palesemente tagliato. Alla fine sfociano addirittura in un ulteriore allungamento con un riff di grande impatto. Arriva poi il momento di "divertimento" del Bellamy, ovvero "Plug In Baby", durante la quale oltre a suonare la chitarra e cantare, non fa che saltare e dimenarsi per tutto il palco.

Con "Forced In" si tocca uno dei momenti più alti di tutta la serata: Chris e Matt si avicinano alla postazione di Dom, ai piedi del doppio cono, sul quale sono proiettate delle fiamme, unica fonte di luce in tutta la sala. Immagini e suoni molto suggestivi. Unica traccia che il trio propone in questa serata dal repertorio degli esordi showbiziani: davvero un peccato dato che la validità di altri brani proposti, composti più recentemente, potesse essere un po' discutibile dal punto di vista qualitativo.

Proseguono con "Bliss" sulla quale vengono lanciati tra il pubblico i classici balloons giganti pieni di coriandoli, uno dei quali riesce ad arrivare sul palco e non scampa al colpo fatale della chitarra di Matt. Simpatico il siparietto creato da Dom al termine della canzone: si è alzato e col microfono in mano ha scherzosamente minacciato di non proseguire il concerto finché il pubblico non avesse scoppiato anche l'ultimo pallone! Ed è stato di parola. Per alcuni minuti si è potuto udire solo il rumore dello scoppio degli ultimi palloni rimasti. E poi "Feeling Good", altro gran momento della serata. Nonostante sia una cover, questa canzone ha la capacità di rendere magica l'atmosfera. E fortunatamente perché la scelta seguente non si può dire sia stata felicissima: "Soldier's Poem" non ha una gran presa dal vivo e, sebbene sia leggermente più sopportabile in questa versione piuttosto che su disco per la mancanza dei cori troppo palesemente à la Queen, non è neanche una ballata tanto riuscita. Evitabilissima.

L'atmosfera si rialza subito però, con la canzone che, assieme alla già citata Forced In, rappresenta la punta di diamante della serata: "Hoodoo", l'ultimo capolavoro uscito dall'affievolito genio compositivo del signor Bellamy. Nonostante il taglio della parte introduttiva di flamenco, la canzone non perde la sua forza emotiva né tanto meno la capacità di coinvolgere ed assorbire l'ascoltatore. Per l'occasione inoltre assistiamo ad un Chris nell'inedita veste di chitarrista mentre Matt si dedica interamente a piano e voce. Ma si ritorna presto alla realtà con "Invincible", altra scelta di scaletta decisamente infelice: la ballata d'amore più noiosa e banale che i Muse abbiano mai scritto. La situazione si rianima con "Supermassive Black Hole", primo singolo tratto dall'ultimo lavoro, apprezzatissimo dal pubblico in sala che si infiamma sin dalle prime note. Subito a seguire l'onnipresente "Time Is Running Out", anch'essa apprezzatissima dai presenti. Concludono con "Stockholm Syndrome", che innalza ancor più il gradimento degli ascoltatori. Dopo la consueta outro da Stockholm Syndrome i tre accennano il riff di Dead Star, canzone che avevano provato nel pomeriggio per l'intera durata del sound check. Tutto lasciava supporre che ce la proponessero, invece dopo alcune battute strumentali Matt vede bene di disfarsi della sua Black Manson e lanciarla via, andandosene, seguito da Chris e Dom.

Dopo alcuni minuti i tre rientrano per l'encore, inaugurato dalle dolci note di "Starlight". Breve accenno all'assolo di piano di Sunburn prima di passare ad un loro cavallo di battaglia, ovvero "New Born", che manda la folla in completo delirio e culmina nella finale "cavalcata western futuristica" che è "Knights Of Cydonia" conclusa da un riadattamento in "riff da outro per chitarra" del solenne finale di "Space Dementia", durante il quale sono usciti dalla parte frontale tanti geyser di fumo, in cui Matt, Chris e Dom si sono dissolti dopo i saluti finali.
In conclusione un concerto sicuramente impeccabile dal punto di vista sonoro e suggestivo per le immagini e gli effetti, come è stata impeccabile e potente l'acustica del SECC. Purtroppo sembra che il gruppo si sia un po' perso per strada, vuoi per la qualità compositiva calata di produzioe in produzione, vuoi per le scelte live che mirano a privilegiare un po' troppo i singoli e le uscite più recenti, trascurando alcuni di quelli che sono i loro capolavori.

Per omaggiare quel bellissimo paese che è la Scozia e quella bellissima città che è Glasgow e quella buonissima birra che si beve in Scozia e quelle buonissime zuppe che si mangiano in Scozia e... è meglio se finisco di elencare tutte le bellissime cose della Scozia altrimenti non la finirò mai... A vous: Mogwai-Glasgow Mega Snake.